Mercoledì 26 gennaio si è svolto il Consiglio di Facoltà di Scienze della Formazione. È stato comunicato da parte del preside Simeone che si terrà una serie di convegni dal Centro di Ateneo di Bioetica e Scienze della Vita con il professor Pessina, qui sotto vi riportiamo le date:
• 16 febbraio: Diritto alla cura o diritto di morire? Dal suicidio assistito all’eutanasia: una questione aperta.
• 3 marzo: Incurabile e inguaribile: la distinzione dimenticata.
• 6 aprile: Con corpo di donna. La questione della maternità surrogata.
Rispetto all’offerta formativa dell’a.a. 2022/23 sono state presentate le variazioni nell’organizzazione dei piani di studi dei singoli corsi di laurea. È stato poi comunicato l’apertura di un nuovo corso di Scienze della Formazione Primaria a Piacenza, con commissione tenuta da Pierpaolo Triani. Insieme ai proff. della Commissione Paritetica di base noi rappresentati abbiamo approvato il piano di studi, confermato poi durante il CdF.
Sono stati poi comunicati alcuni corsi in sofferenza, dato che il rettore ha chiesto ai presidi di razionalizzare i corsi all’interno delle Facoltà che hanno pochi iscritti. Vi terremo aggiornati su come i docenti si muoveranno rispetto a questo punto.
Grazie al lavoro fatto da noi studenti durante le Commissioni Paritetiche, la Facoltà ha deciso di pubblicare i programmi dei laboratori dall’anno prossimo, dando uno schema uguale per ogni laboratorio, a cui ogni conduttore deve fare riferimento. Ciò sarà diverso per Formazione Primaria, in cui il laboratorio è legato al corso.
Inoltre, a seguito della visita Anvur a Formazione Primaria a Brescia (a.a. 2020-21), in generale abbiamo avuto una buona valutazione. È stato individuato come elemento critico dell’intero Ateneo l’internalizzazione, tema molto discusso durante la riunione. Come maggiori elementi di criticità abbiamo trovato:
• Studenti lavoratori
• Frequenza dei laboratori e del tirocinio indiretto.
Successivamente noi rappresentati abbiamo avuto modo di intervenire riguardo al questionario sottopostovi durante il mese di gennaio: il questionario è nato dopo l’incontro con il preside e dalla volontà di raggiungere maggior numero possibile dei nostri compagni. Abbiamo pensato di utilizzare questo strumento con lo scopo di indagare le motivazioni sottese alla scelta della modalità di frequenza e alla scelta di seguire in presenza o meno alla luce della bassa affluenza registrata quest’anno.
Il questionario ha ricevuto 1059 compilazioni da parte degli studenti di tutti i corsi LM e LT e a ciclo unico di tutte e tre le sedi. Dal dialogo con gli studenti e con rappresentanti di altre Facoltà è emersa una solitudine diffusa e abbiamo notato come sia facile cadere nella logica della comodità.
Da un lato ciò non ci sconvolge perché noi tutti siamo esposti al rischio di cadere in questa logica, ma dall’altro riconosciamo l’importanza della frequenza che riteniamo essenziale in entrambe le modalità. La frequenza in presenza, però, ha una portata più ampia perché ha un coinvolgimento più educativo e totale della persona e ciò dà un valore aggiunto alla didattica.
Per questo crediamo che sia necessario lavorare su due piani; noi abbiamo il compito di guardare a questa solitudine offrendo una proposta che vediamo conveniente in primis per noi, e che abbiamo il desiderio possa essere per tutti. Per spiegarvela vorremmo riportare due espressioni che ci hanno colpito delle interviste: una ragazza parlando dell’università dice che «È un luogo in cui vieni accolto, in cui conosci e vivi il tuo percorso con persone che eserciteranno la tua stessa professione e questo ti fa capire di non essere solo» e un’altra che dice «Io tutto quello che l’università mi da io
lo prendo».
Dall’altro abbiamo il desiderio di lavorare insieme alla facoltà sulla didattica che sia sempre più uno strumento nelle mani dello studente per accrescere la sua persona e la sua professionalità.
Per concludere ci rendiamo conto di tutti i disagi che stanno colpendo questo periodo storico come la precarietà data dalla pandemia e le aule sempre più vuote, ma riteniamo sia essenziale ripartire dal valore che ognuno di noi dà a questo luogo.